L’indistinzione

L'indistinzione

Nel 1882 il matematico tedesco Felix Klein ideò, per fini topologici, una figura particolare; una superficie per la quale non c’era distinzione fra “interno” ed “esterno”. La distinzione tra la nostra interiorità e il mondo esterno a noi, nel quale siano gettati, è forse la prima separazione che percepiamo. Questo scarto genera la prima categoria interpretativa dei fatti che viviamo.

Secondo un’antica leggenda ogni essere vivente (e addirittura tutte le cose) avrebbero tuttavia una capacità fondamentale: quella di incorporare ciò che è fuori all’interno di sé stessi. Di farlo funzionare e di strutturarci una modalità per interagire con l’ambiente. Quello che in biologia chiamerebbero co-evoluzione.

Nella meditazione appare lampante che la distinzione interno-esterno è molto piena di sfumature. Il margine tra i concetti di interno ed esterno è permeabile e, in fondo, indistinguibile. Confermare tale confine è troppo difensivo, inattuale e controproducente.

In ogni meditazione ci si accorge che tra il fuori e il dentro c’è un respiro. E non una frontiera.

Roberto Sforza