Le strategie efficaci

Le strategie efficaci

Siamo pieni di problemi. O ci sentiamo pieni di problemi. Trovare soluzioni è una caratteristica dell’essere umano, il quale si approccia ai problemi principalmente in due modi.

Da una parte l’approccio “occidentale” ci porta a fissare obiettivi e cercare i mezzi per realizzarli, in un processo di continua verifica e gestione degli scostamenti reali nei confronti del progetto designato. In tal caso l’etimologia ci aiuta: infatti la parola problema e la parola progetto, seppur di derivazione diversa, convergono nei significati. Ogni pro-blema, insomma, lo risolveremmo grazie a un pro-getto, strategicamente orientante.

Dall’altra, invece, l’approccio “orientale” porta a valutare il possesso degli strumenti attualmente a disposizione, e, partendo da essi, programmare appropriate tattiche. In tal caso capovolgiamo il monito del Machiavelli, secondo il quale il fine giustificava i mezzi. “I mezzi giustificano i fini”, diremmo noi, disincantati e smaliziati.

Entrambi gli approcci hanno pregi e difetti, e forse la saggezza sta nella comprensione delle situazioni problematiche e nella scelta della migliore strategia da applicare. Ci vuole un incontro tra prospettive diverse che forse sono solo apparentemente inconciliabili. Ci vuole un ponte (o poeticamente un arcobaleno) che unisca i due differenti approcci.

Scriveva SunZi: “Una strategia senza tattiche è il cammino più lento verso la vittoria. Le tattiche senza una strategia sono il clamore prima della sconfitta.” Tuttavia secondo il saggio stratega l’importante non è necessariamente vincere in battaglia. “Riportare cento vittorie in cento battaglie non è questo il fine; sottomettere le forze nemiche senza dover impegnare battaglia, questo è il colmo dell’eccellenza.”

L’uomo può scegliere cosa fare davanti ad un nemico: può decidere se impegnarsi in una guerra oppure trovare soluzioni alternative, comunque vincenti. L’uomo, in fondo, è l’insieme delle sue soluzioni.

Roberto Sforza