La paura di cambiare

Ognuno di noi cambia in continuazione: tuttavia molti di noi hanno, più o meno, paura di cambiare.
Nessuno di noi può sapere con chiarezza infatti cosa diventerà dopo il cambiamento: e questo spaventa, come ogni altro mistero.
Chi ha paura di cambiare lo si riconosce facilmente: sente una noia nel profondo e vive nella consuetudine e nell’abitudine.
Molti si illudono di poter cambiare solo in determinati momenti; altri credono di poter cambiare solo nel senso che loro scelgono.
Per fortuna, comunque, ognuno di noi cambia in continuazione: nessun incontro e nessun viaggio lascia l’essere umano intatto.
Controllare o evitare il cambiamento tuttavia impoverirà inevitabilmente quello che sarà il cambiamento.
Bisognerebbe cambiare con la consapevolezza del cambiamento, confrontandosi con gli altri, che mutano con noi, ma che restano comunque un punto di riferimento.
Cambiare senza voler guardare il cambiamento è come non cambiare.
Bisognerebbe avanzare con slancio, coraggio e rilassatezza, con determinazione e fluidità.
Bisognerebbe anche lasciarsi cambiare dalle situazioni e dagli altri con allegra disponibilità.
Per evolvere e sviluppare, purtroppo, è necessario abbandonare qualche desiderio lungo il cammino, per sostituirlo con altri.
È necessario anche lottare, con noi stessi e con gli altri, e anche rischiare un po’.
Cambiare non significa soltanto diventare diversi da prima; significa, tendenzialmente, sviluppare in positivo, avere o essere qualcosa di migliore.
Ogni cambiamento dovrebbe avere in sé un progetto.
La paura di cambiare è il vero limite in una via di crescita, nella cura e nella vita.
Molti si lamentano di non riuscire a migliorare nel corpo o nella mente.
La risposta non sta nella terapia o nel loro impegno nel seguirla, ma soltanto nella loro inconscia paura di cambiare.
È necessario un incontro con un amico, un referente, un maestro …. Quest’ultimo ricopre un ruolo particolare: ogni maestro può insegnare a scoprire il coraggio di cambiare attraverso la piacevolezza e la gioia di vivere ogni situazione ed ogni mutazione.
Molti dicono: “Io posso fare tutto da solo. Il maestro è qualcosa di esterno a me con cui si crea soltanto un’inutile dipendenza”.
Tali affermazioni spesso incontrano un silenzio come replica… Non è possibile seguire un percorso di cambiamento e di evoluzione senza un maestro e, forse, è anche molto pericoloso.
Per crescere serve un rapporto profondo con una persona con cui parlare e confrontarsi, con cui relazionarsi e comunicare globalmente: per questo il maestro deve essere presente in carne ed ossa.
Chi fa tutto da solo quasi inevitabilmente tende a chiudersi e a confondersi.
Chi vuole fare tutto da solo potrebbe, nel tempo, diventare incapace di ascoltare gli altri e sé stesso.
Potrebbe chiudersi nell’autoesaltazione: le parole nella sua mente si intreccerebbero, per poi esplodere e morire; e si potrebbe ingabbiare con le verbosità e con gli schemi.
Si potrebbe costruire una sicurezza apparente; perdendo la disponibilità di mettersi in discussione e farsi mettere in discussione, facendosi sfuggire delle vere possibilità per analizzarsi e sviluppare.
Voler camminare senza farsi accompagnare da un maestro, fondamentalmente, nasconde la paura del rapporto che si instaurerà con lui.
Una volta deciso di seguire un maestro che vi piace, con cui volete incamminarvi, è necessario che vi lasciate andare senza grosse resistenze o dubbi.
Siate però sempre pronti a dosare o rifiutare alcune affermazioni o richieste, lasciando spazio alla vostra personalità e al vostro giudizio.
Avere una dose di sfiducia all’inizio del rapporto con un maestro è cosa giustificabile e normale.
Ma dopo un determinato periodo, se tutto si è mosso secondo le sincere e naturali proposte, è determinante lasciarsi andare, sereni e fiduciosi.
Roberto Sforza