La morale delle sfumature

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La morale delle sfumature

Il ragno grigio amaranto, peloso e arcuato, è immobile davanti alla sua ragnatela lucente e vibrante. Attende. Una mosca — ma non una mosca qualsiasi — è incappata nella trappola lucente. Inizia la danza disperata: più ella si dibatte, più s’invischia. Il ragno si avvicina sicuro e, come abbracciandola, la finisce. Chi aveva ragione? Quale vita doveva trionfare? Da quale parte sta la giustizia e l’amore?

Forse la morale e la Natura sono incompatibili. A meno che una buona educazione alla Natura guarisca la morale individuale. Per guarire la visione interiore dei conflitti esistenziali è necessario però imparare a soppesare e qualificare la violenza e l’odio. La violenza e l’odio esistono, e viaggiano purtroppo sulla stessa strada che trasporta l’amore, la bontà e il piacere.

Educare solo all’amore induce a non riconoscere i conflitti, le contraddizioni, i dubbi. Educare all’amore coincide con l’educare anche alle sfumature dell’odio e della violenza. Educare all’amore coincide con l’educare alle sfumature delle antipatie, alla voglia di opprimere o di distruggere coloro che superano qualche nostro limite. Educare a tutte quelle sfumature senza però invogliarle o istigarle.

Qual è l’insegnamento più sano per l’uomo? Concedergli di esistere nella contraddizione morale, educandolo ad orientarsi spontaneamente verso il bene e a tutte le sfumature che appartengono al bene stesso. La violenza e l’odio appartengono a queste sfumature.

Roberto Sforza