La continuità del respiro

La continuità del respiro

Il discepolo occidentale può giungere
a un’esperienza superiore del respiro,
se riconosce, mediante puro pensiero,
l’indipendenza della vita interiore dalle funzioni del respiro.

Massimo Scaligero

In ogni scuola di Meditazione vengono elencate le caratteristiche di un respiro naturale, cioè di una condizione fisiologica innata, data semplicemente dall’appartenenza al genere umano.

Profondità, silenziosità, lunghezza, da effettuare con la parte bassa dell’addome etc… Così dovremmo respirare: come un bambino diremmo, o come dicevano i saggi, “respirare coi talloni”.

Tra i parametri del respiro tuttavia ce n’è uno che è molto più importante degli altri: la continuità.

La stabilità emotiva di un praticante si rivela nella sua continuità del respiro.

La saggezza di un allievo sta nella costanza respiratoria.

La continuità del respiro è molto lontana, come concetto, dal controllo del respiro (anche se spesso questo è il primo gradino delle pratiche).

Essa è una risultante di un’indipendenza della propria corporeità istintuale dal mondo emotivo e razionale.

Essa è l’effetto di un’autonomia che cresce: l’unica che ci può far approdare all’autodeterminazione.

Roberto Sforza