In viaggio verso l’Oriente

In viaggio verso l'Oriente

Il vero viaggio di scoperta
non consiste nel cercare nuove terre,
ma nell’avere nuovi occhi.

Marcel Proust

Gli occhi nuovi, però,
sono di coloro che abitano quei paesi
che vogliamo visitare.

Una grande ambizione: conoscere una tradizione straniera; e tuttavia non comprenderla mai fino in fondo.

Un grande sogno: diventare maestro di un’arte esotica; cercando di non contaminarla con la banalità delle proprie interpretazioni e con la superficialità delle proprie conclusioni.

Un grande obiettivo: comprendere, grazie alla comparazione con differenti culture, la propria realtà secolarizzata; trovare un’identità grazie alla diversità degli altri.

Desiderare in fondo di mettersi in discussione: far vacillare le proprie prospettive, scoprire nuovi sistemi simbolici, dislocare le proprie abituali topologie di traduzione dei costumi altrui.

Palesare le resistenze del proprio narcisismo ed evidenziare ogni antropomorfismo che accompagna i nostri giudizi sulla natura.

La pratica di ogni forma di meditazione (chan in cinese, zen in giapponese, dhyana in sanscrito) viene in occidente sempre ricondotta ad un soggetto meditante o ad una trascendenza, troppo spesso identificata col divino.

Ma dovremmo fare i conti con le tecniche orientali: apprendere nuove semantiche e nuove sintassi; imparare a immaginare verbi senza soggetti e senza complementi; imparare a configurarsi atti di conoscenza e di intuito senza soggetto conoscente o senza oggetto conosciuto.

È necessario partire con “occhi nuovi”, meravigliati e curiosi. Per scoprire nuove costellazioni di senso e di significati. Iniziamo così un viaggio verso le terre da cui nasce il sole…

Roberto Sforza